Da Bamako a Dakar

Stupidamente puntuali, dato che siamo in Africa, arriviamo alle 7 del mattino spaccate al bus che ovviamente parte con la solita ora e mezza di ritardo. L’agenzia di viaggio si chiama “Sangue Voyage” e mai nome più appropriato potevano darle dato che per arrivare a Dakar dovremo letteralmente schiumare sangue. Valeria chiede ad uno dell’agenzia se puo’ salire sul bus e scegliere il posto a sedere e senza problemi glielo fanno fare ma ovviamente le chiedono dei soldi in più e lei super incazzata risponde che ha già pagato 25000 CFA, cioè la bellezza di 37 euro, e che quindi non ha nessuna intenzione di pagare un centesimo di più! Con tutta la calma del mondo finiscono di caricare i bagagli così finalmente possiamo partire e per salire sul bus l’autista fa l’appello come a scuola! Il bus non è per niente confortevole e già ai primi chilometri ci sentiamo distrutti e accaldati. Ci fermiamo diverse volte lungo la strada e la frontiera sembra non arrivare mai. Verso le 8 di sera ci fermiamo da qualche parte in Mali e vediamo che un po’ di gente riprende i bagagli, noi scendiamo a mangiare un boccone da una signora che cucina in mezzo alla strada e mangiamo pure di fretta perchè pensiamo di ripartire abbastanza velocemente ed invece..il bus si fermerà lì per tutta la notte! Allucinante ma dobbiamo dormire lì in terra e aspettare le 8 del mattino per ripartire, ci dicono che è normale perchè durante la notte non si puo’ passare la frontiera ma a noi questo nessuno ce lo aveva detto a Bamako. Non sappiamo se è vero o meno ma l’unica cosa che so è che Valeria aveva ragione, basta con la west cost!..pensare che ero pure incazzato per non avere continuato il viaggio! Tutti in terra a dormire, più di 50 persone allungate aspettando il mattino mentre una televisione trasmette una partita di calcio e alcuni uomini fanno il tifo. Il gallo canta, si fa per dire, e si ricomincia con la solita agonia del caricare il bus ma questa volta ci aspetta una bella variante perchè il bus con il quale siamo arrivati riparte per Bamako mentre noi dovremo continuare il viaggio con uno scassone di autobus di linea urbana, con tanto di pulsante per le fermate! E’ un ferro vecchio, arrugginito e lurido. Non ci crediamo ma vogliamo solo arrivare a Dakar il prima possibile quindi carichiamo lo zaino e aspettiamo le solite due ore prima di partire. Siamo un po’ preoccupati perchè abbiamo visto che c’è già una specie di meccanico che mette le mani al motore, o meglio con una canna succhia la benzina mentre con le mani smuove e ingrassa alcune parti del motore. Caricano il tetto del bus con non si sa quanta roba, tonnellate di valigie, sacchi di non si sa che e mobili. Finalmente saliamo tutti sul bus, l’autista gira la chiave nel quadro e si sente un TACK fortissimo. Il bus è tutto appeso ad un lato..forse ha spaccato l’ammortizzatore, strano siamo così leggeri?! Incazzati neri scendiamo e vogliamo i soldi indietro per prendere un altro bus e come noi altra gente si incazza e addirittura c’è chi propone di andare alla polizia e noi siamo super d’accordo ma una specie di responsabile della Sangue Voyage di merda ci dice che il problema è risolvibile e che è solo questione di aria compressa e fa tutta una predica sul fatto che se andiamo alla polizia il nome dell’agenzia verrà infagato. Dopo dieci minuti non sappiamo come ma rimettono in sesto il bus e facciamo qualche metro per arrivare da una specie di gommista/meccanico. Mentre ricontrollano l’autobus scendiamo insieme ad altri passeggeri a prendere qualcosa da bere di fresco perchè fa caldissimo, dal lato opposto della strada c’è un baracchino che vende bibite. Il bus si mette in moto dopo poco e sembra che abbiano risolto il problema, attraversiamo la strada per salire ma il bus parte senza di noi. Io mi metto a correre insieme agli altri uomini gridando e battendo forte sulla carrozzeria per fermare quel coglione dell’autista e dietro di me sento Valeria sgambettare e che con un filo di voce mi dice: “Paolo..Paolo..non ce la faccio..non ce la faccio..fermalo!!” Il bus rallenta e dobbiamo prenderlo al volo, un tizio afferra Valeria per un braccio e la tira su. Prendiamo posto e riprendiamo fiato e dopo poco Valeria mi fa notare che il tetto si flette un po’ troppo, hanno caricato decisamente troppa roba ma spiego a Valeria che anche se c’è troppo peso la lamiera non si puo’ rompere e che male che vada il tetto si puo’ imbarcare. Il viaggio è lungo e pesante e ad ogni villaggio l’autista continua a caricare passeggeri facendoli sedere su dei sgabelli di legno tra le due file di sedili..in pratica ci saranno 20 persone in più rispetto ai posti a sedere. La strada è asfaltata ma è piena zeppa di buche enormi quindi bisogna andare pianissimo. Ad ogni buca il tetto si flette sempre di più e Valeria e altri passeggeri notano che la sbarra di ferro con tanto di campanello per la fermata davanti alla porta, che va dal pavimento al tetto, si comincia a piegare. Mentre alcuni dicono all’autista di fermarsi per controllare, Valeria si fa prendere dal panico perchè esattamente sopra la nostra testa ci sono le varie tonnellate di roba. Incomincia a tremare fortissimo e vuole scendere perchè ha una paura pazzesca di venire schiacciata dal carico e appena si apre la porta schizza fuori dal bus scavalcando alla meno peggio la gente. Insomma per farla breve decide di cambiare posto e convince pure me, così vinciamo un paio di scomodissimi sgabellini di legno vicino all’autista. Ci vorranno ore prima di entrare in Senegal perchè per parecchi chilometri la strada è devastata, un’intera notte di terrore. Una volta in Senegal poi la dogana vuole controllare tutti i bagagli e quindi perdiamo altre due ore così. Per fortuna che lungo il viaggio c’è chi scende e c’è chi sale e così riusciamo a riprendere dei posti decenti tra le prime file. Ma le sorprese per noi non sono ancora finite perchè a 250 chilometri da Dakar il motore del bus smette di funzionare. Voglio prendere a testate qualcuno..magari il padrone della Sangue Voyage. Ci dicono che dobbiamo aspettare lì un altro bus sostitutivo e che sicuramente arriveremo a Dakar in serata o al massimo domani mattina! Non se ne parla proprio, saremmo dovuti arrivare in 24 ore a Dakar mentre ce ne stiamo mettendo 72!! Io rimango vicino al bus per riprendere i bagagli mentre Valeria insieme ad un francese che viaggiava con noi va a cercare un taxi. Così con pochi euro a testa riusciamo a riempire un taxi da 7 posti e ripartire. Nemmeno ci proviamo a chiedere indietro i soldi perchè già c’è chi litiga e non ce la facciamo più a sopportare tutta quella gente. In tre ore siamo a Dakar e torniamo a casa di Agnes: cibo, doccia calda e letto..meraviglioso!

6 commenti su “Da Bamako a Dakar”

  1. Qui c’è abbastanza materiale per scrivere la sceneggiatura di un film a metà tra “the hitcher – la lunga strada della paura” e “il giro del mondo in 80 giorni”. Meno male che cambiate aria… Credo sia di gran lunga la scelta giusta!!! Comunque vi avrei tanto voluto vedere correre dietro al pullman… che storia!!! Valeria… ti pensavo la Marion Jones (ovviamente dopata) di Milano e invece… ti hanno dovuto caricare come un tonno (bello cicciutello)… scherzo!!! Dalle ultime foto viste mi sembri in gran forma… sei più tonica di una Schweppes!!!

  2. Ciao,
    seguo da tempo il tuo sito e il tuo viaggi in Africa e soprattutto in mali (il mio sogno).
    Ho una ragazza (ex) africana originaria del Mali e quindi fremo dalla volgia di venire li.
    Ma come mi hanno gia detto ragazzi del posto che è raro raggiungere dakar da Babako in 24 ore..ci sono sempre imprevisti che rendono il viaggio insopportabile..
    Buon riposo a Dakar.

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