Da Noadhibou a Chinguetti

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Decidiamo di andare a vedere Chinguetti e le Biblioteche del deserto, per arrivare in questo posto o si va con la macchina o si prende il treno più lungo del mondo. Ovviamente optiamo per il treno che è anche la soluzione più economica. La stazione non è altro che un quadratino di cemento in mezzo al deserto. E’ quasi tutta sala d’attesa tranne per un angoletto dove c’è il tipo che fa i biglietti. La gente che aspetta è tantissima e sono tutti stra carichi di bagagli; chi con cartoni, chi con pentole e chi con caprette. Mentre si aspetta il treno, che non ha un orario preciso, c’è chi si prepara il tè facendosi un fuoco nella stazione con qualche legnetto. MauritaniaArriva il treno, le prime tre carrozze sono le locomotive che servono a tirare l’infinità di vagano che seguono..circa 190 vagoni! Questo è il treno più lungo del mondo. Trasporta ferro e solo le ultime due carrozze sono adibite al trasporto delle persone. Chi non ha soldi puo’ viaggiare, a suo rischio e pericolo, sui vagoni merci che trasportano il ferro. Il treno si ferma ed è il delirio, sembra quasi che le persone siano delle formiche all’assalto di un tozzo di pane..c’è qui sale dai finestrini e si sporge per afferrare altri amici o pacchi e valigie e chi spinge per salire. Noi ci avviciniamo e dopo un po’ riusciamo a salire sul treno, la prima cosa che vediamo è il bagno. Continua a leggere Da Noadhibou a Chinguetti

Noadhibou, Mauritania

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Mayeln ha il giorno libero così ci porta a vedere il cimitero delle barche. Qui a Noadhibou ci saranno decine e decine di pescherecci di alto mare abbandonati lungo la costa. Il mare se li sta mangiando e fermi lì dove stanno, sulla riva e non, danno l’impressione di essere per davvero in un cimitero.
A pranzo andiamo da Alberto che ci ha fatto preparare dalla sua donna di casa circa 14 Kg di pesce fritto. E’ tutto ottimo, il pesce è davvero squisito e Alberto ci dice che in questa zona il mare è pescosissimo. Dopo aver mangiato come dei porci andiamo da Emanuela, l’amica di Maylen. Sono venuto fino in Mauritania per appendere le tende in casa di questa ragazza. Con tutta la calma di questo mondo Emanuela recupera un trapano per poter mettere dei tasselli al muro e dopo dieci buchi nel muro il trapano si fonde. MauritaniaSarà contento il padrone del trapano che si era tanto raccomandato con Emanuela di non farlo usare a un Mauritano perchè di sicuro glielo avrebbe rotto! Dopo aver fatto il mastro distruttore ceniamo da Emanuela e andiamo a dormire.
Il giorno dopo Alberto ci vuole portare a vedere un altro posto dove ci sono altre barche arenate e dove si essicca il pesce. Con Tommy e Mareike, i due ciclisti tedeschi, andiamo a vedere questa “spiaggia”. E’ allucinante, la puzza di pesce marcio è infernale e lungo la strada per arrivare alle barche arenate c’è un tappeto di teste di pesce mozzate, gusci di conchiglia e pesce putrefatto. Continua a leggere Noadhibou, Mauritania

Noadhibou

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Facciamo colazione con Emanuela, perchè sia Maylen che Samantha sono andate a lavorare. Con lei andiamo a cambiare i soldi al mercato nero. In Mauritania non ci sono bancomat e non si puo’ pagare con carta di credito, bisogna portarsi contanti a sufficienza. A metà mattinata ci rincontriamo con Maylen che ci accompagna alla polizia per estendere il visto. Al confine ci hanno fatto un visto di tre giorni!! Lo abbiamo prolungato per un mese, altri 10 euro. Maylen ci porta a conoscere un suo amico italiano che vive qua da dieci anni. Si chiama Alberto ed è un signore sardo che esporta pesce della Mauritania. Principalmente si occupa di bottarga, polpi e calamari. MauritaniaCi facciamo una bella chiacchierata con Alberto che dopo poco sfodera dalla cucina prosciutti, salami, formaggi e verdure! Torna Maylen con altri due couch surfers..i due tedeschi in bicicletta alla frontiera!! Questi ragazzi stanno pedalando dalla Spagna e pedaleranno per almeno un paio d’anni in lungo e in largo per l’Africa. Nel loro viaggio precedente hanno fatto, sempre in bicicletta, dalla Germania all’Australia!  Il loro sito è www.earthlingsworld.de (durante questo trip raccolgono fondi per i bambini del Togo).
Noadhibou è una piccola città, niente più di  due vie parallele con negozietti di ogni tipo. Le strade sono un po’ asfaltate e un po’ no e sono piene zeppe di macchine che sfrecciano senza rispettare minimamente il codice della strada. Tutte le macchine, prevalentemente Mercedes, sono quasi del tutto scassate. Tornando a casa con Maylen abbiamo rischiato la vita..due auto ci stavano investendo in pieno, abbiamo fatto appena in tempo a scansarci. La gente tutta intorno ha cominciato a dire che Allah ci aveva salvato! Rientriamo a casa con la tremarella nelle gambe per lo spavento e Valeria cucina della pasta per tutti. Buonissima..insipida e scotta, che figuraccia!