Tailandia

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Siamo ancora a casa di Joseph a Phaya Thai. Compriamo un po’ di frutta per fare colazione: ananas, anguria e mango. Insieme al mango ci danno una bustina di plastica con dentro qualcosa che sembra essere “zucchero e cannella”. ThailandIl mango qui viene venduto anche acerbo e abbiamo pensato che forse lo zucchero servisse per smorzare un po’ il sapore aspro del frutto, così Valeria prende una fettina di mango verde e la ripassa bene bene nello “zucchero”, mette in bocca, addenta e scopre che lo zucchero non è altro che sale e la cannella  peperoncino ultra piccante! La sua bocca è un fuoco  e ci vorrà tutta l’altra frutta per spegnere l’incendio. Risolto il problema del fuoco facciamo un giro per la zona fino a raggiungere Jim Thompson’s house in teoria per visitarla ma appena ci avviciniamo ci rendiamo conto che non è niente di che, solo una trappola per turisti. Thai foodProseguiamo la nostra passeggiata fino ad arrivare al parco di Soi Rangnam dove alle 18 spaccate tutti i giorni centinaia di tailandesi sparsi per tutto il parco iniziamo a fare aerobica seguendo gli esercizi dettati dalla Thai Jane Fonda su un piedistallo. Pazzesco! Donne, uomini, bambini ed anziani sudano e sgambettano a tempo di musica. Il parco è piccolo e ben tenuto, le aiuole sono tagliate a dovere, ci sono dei vigilantes che girano per il parco, c’è un’area con degli attrezzi per fare un po’ di palestra leggera e non manca un laghetto ed un giardino di orchidee. Ceniamo lì vicino con un po’ di riso, verdure e carne in un chiosco lungo la strada ma non siamo soli per che due topi grandezza scooter ci sfrecciano tra le gambe. Noi restiamo impassibili, come tutti attorno a noi, e continuiamo la cena prelibata. Il mattino seguente decidiamo di tornare a Koh San Road, salutiamo Joseph, e questa volta decidiamo di prendere un taxi al posto del Tuk Tuk. Ci costa uguale ma in compenso evitiamo un aerosol di smog e viaggiamo a temperature polari. A Koh San Road troviamo un altro ostello ancora più economico del Nat2, il Sweety. La stanza è un letto matrimoniale circondato dai muri, due finestre ed un ventilatore ma nonostante sia super portuale dalla nostra stanza riusciamo a prendere il wireless di qualche d’uno dai palazzi vicini e quindi navighiamo liberamente.
Mentre aspettiamo che l’agenzia ci ridia i nostri passaporti con i visti fatti andiamo a vedere il tempio di Wat Pho. Per raggiungerlo prendiamo il traghetto che percorre il fiume Chao Phraya da Phra Arthi. Il fiume è completamente marrone e anche questo super trafficato, tra piroghe, altri traghetti ed immense chiatte. Facciamo poche fermate e scendiamo a Tha Tien. Il Wat Pho è uno dei templi più importanti della Tailandia ed è immenso. Subito andiamo a vedere il Buddha disteso, un gigantesco Buddha ricoperto d’oro sdraiato su un fianco. Ha una lunghezza di più di 40 metri e i suoi piedi sono ricoperti di madreperla. Davvero mozzafiato, come del resto tutto il tempio che è un vero e proprio labirinto di statue, templi e colori.

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