Penang, Malesia

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Arrivo a Penang dopo vari traslochi su bus, moto, mini van etc..etc..  Bene, quello che mi avevano detto per fare qui il visto per l’Indonesia si è rivelato non esatto! Quindi dato che ormai sono qua approfitterò per fare un giro ma non rimarrò per tutti i giorni che mi ero prefisso.
Venendo qui ho incontrato un italiano anche lui è a Penang per fare il visto per la Tailandia, questo è un posto molto gettonato per fare e prolungare i visti. Lui non parla bene l’inglese e ci siamo conosciuti perché gli ho dato una mano con la lingua. Chiacchierando gli ho chiesto che cosa fa in thai e mi dice che sta aprendo un ristorante..ok, bene..così gli chiedo che cosa facesse in italia e mi dice che faceva qualche viaggetto di tanto in tanto in Marocco o un in Sud America, così  per scherzare gli chiedo: ” fai import export di droge?” e lui bello tranquillo mi risponde di si! Così mi ha raccontato tutte le varie procedure per trasportare il prodotto, di tutti gli ovuli che ti devi mangiare e che quando non ce la fai più a ingoiarli te li devi mettere in un’altra parte del tuo corpo.
Raccontandomi tutto questo il tipo continuava a ripetermi che è un lavoro ok, insomma questo è il secondo ragazzo che conosco che fa l’imprenditore in questo campo, precedentemente avevo conosciuto un’uomo della repubblica ceca che faceva in casa chili di meta anfetamina.
Andiamo a farci un giro e incrociamo una coppia di una certa età, la signora come ci vede prende la borsetta e la mette al sicuro tra lei e il marito, penso che forse saranno i miei tatuaggi a spaventarla o magari ha riconosciuto l’imprenditore al mio fianco e che forse in passato gli ha venduto della droga, suolandola!! Girando e rigirando come due pesci rossi in un acquario rotondo li rincrociamo e la signora nuovamente si stringe a se la borsa e mi guarda come se fossi uno scippatore che in sella ad una vespa aspetta fuori dall’ufficio postale le sue vittime.
Finalmente arriva l’ora di prendere il bus per Kuala Lumpur quindi vado in stazione e salendo prendendo posto proprio dietro al conducente Indiano e al suo amico copilota di chiacchiere. Dopo un paio d’ore l’autobus si ferma e sale, per la gioia di tutti, un vecchietto cinese che con se porta tutta la sua casa comprese piante, pentole con cibo e qualche animale. Giustamente in una casa il telefono non può mancare, così ogni volta che ai 32 kg di cinesino (peso comprensivo di scarpe e vestiti) squilla il cellulare questo risponde tirando fuori una voce bitonale alla Pavarotti che fa saltare tutti quelli che sul bus cercano di dormire. Mi sa che lo sentiremo “cantare” fino a Kuala Lumpur.

2 commenti su “Penang, Malesia”

  1. c’hai proprio la faccia da spacciatore e devi arrenderti all’evidenza: butta via la tua laurea e spaccia. Hai un futuro.
    Com’è che 10 anni di fila a Praga nessuno mi ha mai chiesto di comprare droga e quando giravo con te ci fermavano ad ogni angolo?
    E’ la faccia, Pà, la faccia.
    Non sfuggire al destino.

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