Mauritania

Noadhibou, Mauritania

MauritaniaGuarda tutte le foto della Mauritania.
Mayeln ha il giorno libero così ci porta a vedere il cimitero delle barche. Qui a Noadhibou ci saranno decine e decine di pescherecci di alto mare abbandonati lungo la costa. Il mare se li sta mangiando e fermi lì dove stanno, sulla riva e non, danno l’impressione di essere per davvero in un cimitero.
A pranzo andiamo da Alberto che ci ha fatto preparare dalla sua donna di casa circa 14 Kg di pesce fritto. E’ tutto ottimo, il pesce è davvero squisito e Alberto ci dice che in questa zona il mare è pescosissimo. Dopo aver mangiato come dei porci andiamo da Emanuela, l’amica di Maylen. Sono venuto fino in Mauritania per appendere le tende in casa di questa ragazza. Con tutta la calma di questo mondo Emanuela recupera un trapano per poter mettere dei tasselli al muro e dopo dieci buchi nel muro il trapano si fonde. MauritaniaSarà contento il padrone del trapano che si era tanto raccomandato con Emanuela di non farlo usare a un Mauritano perchè di sicuro glielo avrebbe rotto! Dopo aver fatto il mastro distruttore ceniamo da Emanuela e andiamo a dormire.
Il giorno dopo Alberto ci vuole portare a vedere un altro posto dove ci sono altre barche arenate e dove si essicca il pesce. Con Tommy e Mareike, i due ciclisti tedeschi, andiamo a vedere questa “spiaggia”. E’ allucinante, la puzza di pesce marcio è infernale e lungo la strada per arrivare alle barche arenate c’è un tappeto di teste di pesce mozzate, gusci di conchiglia e pesce putrefatto. Qua e là ci sono delle reti tese dove il pesce viene fatto essiccare, merluzzi, mante e molluschi. Sulla riva altri pescherecci abbandonati. Stiamo facendo qualche foto e qualche riprese quando ci accorgiamo che un militare sta facendo una sceneggiata tanta al tedesco che sta un bel po’ più avanti di noi. Io e Valeria facciamo appena in tempo a mettere via telecamera e macchina fotografica. Insomma tutti e cinque dobbiamo andare dalla polizia perchè lì è proibito fare le foto. Perfetto..Alberto cerca di far notare al poliziotto che non c’è nessun cartello che indichi che non è permesso farle ma niente da fare dobbiamo andare alla caserma del porto. Per farla breve sostituiamo il nastro della telecamera con uno vuoto e togliamo la scheda dalla macchina fotografica. Tommy riesce a sostituire il rullino mentre Mareike no..Restiamo alla pseudo stazione di polizia per parecchio tempo, più di un’ora. La caserma non è altro che una stanza quadrata con un paio di sedie, un materasso in terra, dove era sdraiato il più alto in grado, un paio di macchine da scrivere buttate in terra, la televisione con tanto di telenovela messicana che andava e un letto in ferro con diverse manette sulla testata, non so se fossero per i detenuti o per qualche pratica sadomaso..he he he..
Dopo parecchio tempo di chiacchiere inutili Alberto chiama il suo collaboratore Mauritano che arriva poco dopo il capo supremo della polizia. Si chiudono in una stanza a discutere e in conclusione i tedeschi devono consegnare i rullini mentre a noi per fortuna non ci fanno troppe storie, fino a quando non sono arrivati degli altri poliziotti che stavano in spiaggia che riferiscono che noi avevavmo un telecamera bella grossa! Mentiamo spudoratamente e tiriamo fuori la macchinetta fotografica e facendogli vedere che non c’era nessuna pellicola ci fanno andare. Abbiamo scoperto che in Mauritania, e come in tante altre nazioni in Africa, è proibito o in alcuni casi sconsigliato fare delle foto o delle riprese. Il rischio è che ti confischino persino l’attrezzatura, l’abbiamo scampata per un pelo.

Un commento su “Noadhibou, Mauritania”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.