Marocco

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Dovevamo arrivare sulle Isole Canarie ma invece siamo finiti in Marocco. Dovevamo arrivare a Tarifa ma ci siamo fermati un po’ prima giusto in tempo per prendere un traghetto per il Marocco. Visto che dobbiamo aspettare l’altro traghetto per le Canarie ci siamo detti andiamo a fare una gitarella in Marocco che è qua vicino. Direzione Ceuta che sarebbe la Spagna Africana e da lì via verso la frontiera che non è molto distante ma dove passiamo molto tempo ad aspettare tutti i controlli dei passaporti. Fatto questo e mettendo piede in Africa ci si rende subito conto della notevole differenza come del luogo che diventa tutto brullo e con pochissima vegetazione. Da adesso comincia la contrattazione con i locali per tutto, qualunque cosa ti va di fare devi contrattarla perchè come si sa ci provano sempre tutti. Noi abbiano intenzione di andare a visitare Chefchauen e poi la Medina di Fez, la città imperiale e magari se facciamo a tempo anche qualche altra città. Prendiamo un taxi con guida incorporata, cioè uno che si è attaccato e viene con noi in città e ci da tutti i consigli per fare cose tipo dove comprare (sicuro qualche suo parente) o mangiare.

Ci porta a mangire in un mercatino della città dove dalla fame mangiamo di fretta e io come al solito mi sono fatto riconoscere. In Marocco si magia con le mani senza posate ed io ero abituato dalla mia precedente esperienza in est Asia ma con la differenza che il bicchierone che stava al centro del tavolo non era per lavarsi le mani come in Asia ma era per bere. Io da bravo ci schiaffo dentro la mano e comincio a lavarmi, sono l’unico al quale un Marocchino ha dato del barbaro tipo Unni. Adesso andiamo alla stazione per prendere l’auto bus e il taxista è sempre con noi. Aspettiamo il nostro bus bevendo un ottimo whyskey Marocchino, praticamente tea alla menta. Si avvicina l’ora della partenza e il tipo ha cominciato a chiederci soldi per tutto il servizio offertoci, senza che noi lo volessimo, e si faceva sempre più insistente e alla fine visto che non gli volevamo dare soldi ha cominciato anche a minacciarci dicendo che avrebbe detto a qualche suo amico di rubarci tutta la roba. Per fortuna con noi c’era Mario la nostra testa di cuoio dei reparti speciali. Lui era già stato in Marocco e sapeva bene come funzionasse. E’ arrivato poi il momento del finto controllore e del finto autista che si sono presentati dicendoci che dovevamo pagare la prenotazione del posto, a detta loro questi soldi poi ci sarebbero stati restituiti. Devo dire che è stata un esperienza nuova, non avevo mai visto un organizzazione del genere, tutti d’accordo per fregarti e anche in modo molto insistente e prepotente. Comunque la situazione si stava facendo molto calda la gente cominciava a alzare la voce e sembrava che si mettesse male, loro giocavano sul fatto di metterci paura dicendo che ci avrebbero accoltellato o robe del genere ma Mario, la testa di cuoio, ha risolto anche questa situazione e così ci siamo spostati a Chafchauen dove arriviamo dopo qualche ora di bus. Con sorpresa ho scoperto che il Marocco non è solo deserto e dune ma anche molto verde con boschi e colline coperte di fiori. A Chafchauen abbiamo passato davvero delle belle giornate perchè è un paesino tranquillissimo e davvero rilassante dove tutte le persone del posto sono molto gentili e disponibili. La vita non è caro anzi molto cheap e quindi abbiamo aprofittato per assaggiare tutte le specialità locali, tipo la zuppa di fave che farebbe leccare i baffi a chiunque. Dopo un bel giro ci siamo messi in viaggio verso Fez, una delle città imperiali dove ci sono qualcosa come 9000 stradine interne alle mura della città.

E’ qualcosa di pazzesco girare in questi vicoli dove ci sono botteghe di artigianato e negozi che vendono tutti i tipi di cibarie e anche molti negozi che vendono pellame. Siamo anche stati a vedere la conceria dove ricavano le pelli per fare tutte quelle infinita di oggetti in pelle che realizzano gli artigiani. Nell’ostello dove stavamo abbiamo incontrato un ragazzo Argentino con il quale abbiamo diviso la stanza, si è fidato a venire con noi anche dopo che Mario gli ha fatto una capa tanto che si doveva comprare un mulo e scendere al sud del paese in groppa al mulo perchè secondo lui era la cosa migliore da fare. L’Argentino, di nome Ariel, non sembrava molto convinto ma è venuto lo stesso con noi. Ariel doveva partire la mattina dopo molto presto e quando si è alzato per andarsene ci ha salutato e poi è andato via. Noi nel dormiveglia andiamo a pensare che forse se ne sarebbe andato senza pagare la quota della stanza (che bastardi). Qui si tratta di sopravivenza e allora Travel con un balzo da pantegana e i capelli da gallo cedrone strilla ad Ariel Sharon correndogli dietro e lo trova alla reception che stava pagando. Ci siamo sentiti un po’ bastardi per non esserci fidati di Ariel Sharon, comunque la nostra vacanza in Marocco sta per terminare e dobbiamo partire e cercare di raggiungere le Canarie al piu’ presto che ormai sono quasi venti giorni che ce ne andiamo in giro nel furbone. Sarebbe quasi ora di arrivare.

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