I pro e i contro di Bali, parte 2°

I diari della ValeDopo tante lusinghe all’isola, ora passiamo alle note dolenti e cioè a quello che non mi è piaciuto di Bali.
1° La plastica
Plastica ed immondizia sono ovunque, dove c’è un centro abitato c’è spazzatura. Quando dico ovunque, significa proprio ovunque. I margini delle strade sono costellati di sacchetti di plastica, cannucce, cartoni dei succhi di frutta, pannolini per bambini, avanzi di cibo e moto altro, nei fossati o nelle secche dei fiumi vengono buttati i sacchi della spazzatura, montagne di immondizia che rimane lì a puzzare ed imputridire.
Già questo basta e avanza ma purtroppo non è tutto perchè i cani, le vacche e altri animali vanno a grufolare tra i rifiuti aprendo i sacchetti e spargendo la sporcizia ovunque. Se piove una buona parte dell’immondizia viene portata dall’acqua in mare, altrimenti viene raggruppata e bruciata.
I fumi bianchi e acri della spazzatura bruciata invadano l’aria sprigionando nubi tossiche, una parte vola verso il cielo mentre l’altra si fissa saldamente ai tuoi polmoni.
Durante la stagione delle piogge invece in mare si puo’ nuotare con le bottiglie di plastica, i sacchetti neri o qualche avanzo di cibo.
In poche parole non sanno come smaltire i rifiuti e l’isola sta collassando.
(Va detto anche che questo non è un problema solo di Bali perchè durante il mio viaggio, dall’Africa fino al Sud Est Asiatico nella stra grande maggioranza dei paesi visitati il problema dell’immondizia è stata una drammatica costante.)
2° Il traffico
Il traffico nelle vie principali di Bali è spaventoso. Centinaia di motorini, camion e auto circolano sulle strade. L’inquinamento è micidiale non si respira, tanto che sia io che Paolo ci siamo comperati delle mascherine da mettere in viso per filtrare un minimo l’aria.
Lo smog ti si incolla alla pelle e bastano anche 10 minuti nel traffico per trovarsi il petrolio bruciato addosso. L’inquinamento acustico segue a ruota, perciò fare 10 km di motorino diventa uno sforzo fisico, un lavoro.
Come se non bastasse poi bisogna davvero fare attenzione sulla strada perchè non esistono regole. Camion e auto guidano come fossero un mezzo a due ruote e, come le moto, sfrecciano a destra e manca senza tener conto di precedenze, stop, mettere una freccia..niente di niente.
Bisogna guidare un po’ così alla spera in Dio, anzi alla spera negli Dei. Quando ti metti in sella al motorino ti devi dimenticare del codice della strada, prendi e vai. Non devi mai guardare negli specchietti retrovisori, perchè non servano, tutto quello che succede alle tue spalle non è un tuo problema. Devi svoltare a destra o a sinistra? Vai senza segnalare con un freccia. Devi uscire da uno stop? Vai, non ti fermare, non pensare agli altri che arrivano lungo il rettilineo sarà loro premura schivarti!
Insomma ci vuole coraggio per guidare qui a Bali, sia per i mali che si possono contrarre causa inquinamento, sia per la possibilità di fare un incidente.
3° Kuta
Kuta è agghiacciante, una piccola città, composta da 4 vie in croce. Un carnaio, uno scannatoi, una specie di paese dei balocchi un po’ lurido, dove far giocare i bambini.
Negozi di surf, bancarelle che vendono cianfrusaglie, ostelli, alberghi, tassisti, ristoranti per tutte le tasche e di tutti i tipi di cucina, interent point, locali, discoteche, bar.
Di giorno si puo’ fare un giro per i negozietti, bevendo qualche succo nei bar circondato dalle voci “Transport? Massage? Manicure? Where are you going?” mentre i turisti reduci dalle notti brave iniziano a ripopolare le vie camminando come zombie cercando un succulento english breakfast.
Ci si puo’ affacciare allo splendido spiaggione di Kuta. Sabbia grigio topo e acqua torbida (torbida perchè le onde infrangono sul bagnasciuga). Fare il bagno è praticamente impossibile perchè in acqua ci sono centinai di surfisti, soprattutto alle prime armi, che sfrecciano senza il controllo della tavola versa riva.
Ci si puo’ stendere per prendere un po’ di sole ma si viene martellati tutto il giorno dalle solite voci “Transport? Massage? Manicure? Where are you going?” e anche “Rent a surf board? Surf lessons?”.
Ma è di sera che Kuta da il meglio di se, i locali si popolano, le ragazze vestite di niente ballano sui cubi e in pista, per strada ti vendono qualsiasi tipo di droga e nelle discoteche appaiono come funghi le prostitute/i per tutti e per tutti i gusti. Mentre di giorno Kuta è un posto trash, e a mio avviso anche un po’ da sfigati, al calar della notte diventa un luogo di perdizione.
Kuta va presa in piccole dosi, magari ci si va se si ha voglia di mangiare qualcosa di diverso come una pizza o una bella bistecca al sangue oppure per incontrare un amico ma altrimenti è da evitare.
Poi, oltre alla città in se, non mi piace nemmeno il tipo di turista che ci va, gente che magari viene a Bali solo per fare i bagordi a Kuta senza spostarsi da lì.
E’ da pazzi Kuta, non ha senso.
Che dire, gli aspetti brutti di Bali non sono cose da poco, anzi. Allora uno si domanda perchè mi sono voluta fermare qui. Come ho detto precedentemente volevamo un posto di mare, dove fare surf e dove si spendesse poco ecco perchè l’Indonesia e più precisamente Bali. Noi siamo riusciti a trovare un posto qui a Bali dove stiamo bene, con una bella spiaggia vicina e circondati dagli spot (per il surf) più belli di tutta l’isola.
Bali non è un paradiso, questo è ovvio, ma non è nemmeno un inferno.
Ma esiste davvero un posto dove si sta sempre bene? Ogni luogo ha sempre i suoi pro e i suoi contro, sempre..e poi è il nostro stato d’animo che ci fa vivere bene o male.
Vivere in Italia, in Argentina, in Togo, in Alaska non cambia si convive con quel posto e la convivenza non è mai rose e fiori a lungo andare. Bisogna capire i limiti del “convivente” e per star bene concentrarsi sui lati positivi.
Se il mondo potesse essere come voglio io, allora sì che avrei il mio paradiso sulla terra.

5 commenti su “I pro e i contro di Bali, parte 2°”

  1. dai dai, una cascina in abruzzo, Paolo che ti istruisce sulle zucchine alla finestra col Man e tu con la zappa…quello è il paradiso!!! 🙂

  2. he he he..cos’è il Man? un altro uomo? un cafonetto aggiunto? o forse è il Mac!
    hai ragione luca, ha già capito tutto del futuro con la zappa..anzi, ora vado a dare l’acqua alle verze!

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