FEAGA 2010, Fuerteventura

In poco meno di una settimana ci siamo sistemati, abbiamo visto diverse case e tra tutte abbiamo scelto di andare a vivere a Tamaragua, un’urbanizzazione a qualche chilometro da Corralejo.
Abbiamo aperto il conto in banca, allacciato internet e riempito il frigorifero e la dispensa di viveri.
Io sono riuscita anche a trovare subito lavoro mentre Claudio e Paolo continuano a sparpagliare curriculum a destra e a manca.
Da subito riprendiamo i ritmi canari, mare, tranquillità’ e amici. Chiaro, io un po’ meno perché devo andare a lavorare!
Con Paolo e Davinia, due nostri amici, e Claudio decidiamo di andare a Pozo Negro alla fiera dell’agricoltura: la FEAGA.
E’ un evento che si ripete ogni anno ed e’ molto sentito sull’isola e lo si nota anche dal traffico sulle strade che e’ decisamente superiore del normale.
La FEAGA: tre giorni di fiera dove si possono degustare e comperare i prodotti canari e conoscere le attività e risorse agricole e d’allevamento di ogni isola dell’arcipelago canario.
Parcheggiamo l’auto dell’autonoleggio sullo sterrato e entriamo alla fiera.
La fiera e’ divisa per zone, alcune aree sono coperte e altri no. C’e’ un padiglione dedicato alle macchine agricole e a camper e roulotte, uno stand a noi di poco interesse perché’ quello che cerchiamo, soprattutto io e Claudio, sono le degustazioni!
Dai trattori si passa ad una sorta di area vivaio, dove comperiamo qualche piantina di basilico, prezzemolo, menta, peperoncini e verdure miste da ripiantare poi nell’orto come pomodori, lattuga, rucola, spinaci e molto altro.
Paolo e Davinia, veterani della fiera, spariscono nel gazebo dei comuni, dove si possono assaggiare tutti i prodotti tipici. Anche noi dopo aver speso in semenze e piantine entriamo nel padiglione tanto atteso. Qui sono presenti i gazebo di tutte le isole e di tutti i comuni di Fuerteventura, ognuno con i loro prodotti tipici tutti da poter provare! Lanzarote con il suo Malvasia, l’avocado di Tenerife, i formaggi di capra di Fuerte, il miele di palma, i dolci di gofio e banana, i liquori, l’olio, etc etc.
Come delle trottole ruotiamo tra gli stand allungando le mani di qua e di la’ senza lasciarci scappare nemmeno un boccone!
Gli stand poi sono molto folcloristici, con un’esposizione di frutta e verdura, vecchie macine o antichi utensili da lavoro e spesso i o le commesse sono vestiti con gli abiti tipici.
Non mancano un piccolo mercato del pesce e quello di frutta e verdura biologica.
Un grande padiglione poi e’ dedicato interamente alle capre e ai caproni. Gli animali vengono esposti e munti a rotazione. Litri e litri di latte vengono raccolti per poi venire lavorati e trasformati in formaggi.
Non mancano, buoi, vacche, galline e galli con le rispettive uova in vendita, pecore, asini o meglio il famoso burro canario e i cani da caccia e da pastore.
Per ultimo, ma non meno importante, una zona dedicata all’artigianato tipico locale, come la lavorazione dello stagno, del cuoio, i merletti, i coltelli fatti a mano e molto altro.
Mentre noi girovaghiamo goliardici per la fiera si sta svolgendo la gara per decidere il miglior formaggio dell’anno ed e’ possibile vedere i giudici, circa una quindicina, al di la’ di un vetro che comodamente seduti degustano piccoli pezzi di formaggi sistemati in vasetti di vetro ben chiusi. Ogni 3-4 giudici c’e’ un hostess a loro disposizione che porta acqua e pezzetti di mela affinché dopo ogni degustazione si possano “lavare” la bocca per poter assaggiare un altro formaggio. I giudici arrivano da tutta la Spagna e sono decisamente concentrati nell’assaporare e nel riportare scrupolosamente sui loro fogli i vari appunti per decidere il vincitore.
Che dire, una bella giornata. Satolli e un po’ brillati torniamo a casa felici e un po’ più’ canari!

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