El Nido

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Salutiamo Miguel perchè mentre noi andiamo verso El Nido lui prenderà una barca per Negros. Sono le 4.30 del mattino e con gli occhi ancora chiusi io, Paolo, Carlos e Daniel prendiamo un tricycle per raggiungere la stazione degli autobus di San José. Una volta alla stazione, come sempre, ci dicono che il bus per El Nido non c’è. Ovviamente vogliono farci prendere il van con aria condizionata a palla super confortevole ma noi vogliamo il bus locale, quello senza finestrini e saldato alla meno peggio e che inoltre costa la metà esatta! Phillippines IslandsCosì chiedendo un po’ qua e là troviamo la nostra scatola di latta su 4 ruote. Belli pressati ci accomodiamo sull’autobus e partiamo. Per le prime tre ore di viaggio, fino a Roxas, la strada è bella asfaltata e si va lisci che è un piacere ma subito dopo ci attendono 4 ore interminabili di buche e strada sterrata. Il bus si riempie di polvere e facciamo tutto il viaggio coprendoci la bocca e il naso per non respirare tutta la terra di Palawan.
Daniel, dato che è alto quasi 2 metri, decide di fare tutto il viaggio sul tetto del bus tra i sacchi riso e i box di polistirolo pieni di pesce ma anche lui non verrà risparmiato dalla polvere.
Arriviamo a El Nido dopo quasi 8 ore anneriti dalla terra e stanchi morti. El Nido è un altro piccolo villaggio ma a differenza di Port Barton questo posto è stra turistico.
El Nido è circondato da rocce altissime e ricche di vegetazione, sembrano come dei mega sassi conficcati nella terra, un po’ mi ricorda Halong Bay in Vietnam. la spiaggia è piccola e praticamente è quasi inaccessibile perchè tutti gli ostelli o i bar sono stati costruiti a ridosso del mare! Per esempio la terrazza del nostro ostello è quasi del tutto marcia perchè il mare se la sta mangiando. Ogni volta che si alza la marea le onde sbattono sul balcone, allagando tutto il terrazzo..
Poco male, tanto siamo qui solo per fare un po’ di snorkeling, un paio di giorni e poi via verso una nuova meta. Già i prezzi qui incominciano a lievitare rispetto a Port Barton e iniziamo già sentire il portafoglio più leggero!
Andiamo diretti al Bay View, l’ostello consigliatoci da Miguel. E’ il più economico di tutto El Nido ma è decisamente una super bettola e la padrona di casa è davvero antipatica. L’unica cosa positiva di questo ostello è che prende una connessione di un negozio, quindi nell’orario di ufficio possiamo collegarci.
Il cielo continua a non essere nuvoloso ma non abbiamo intenzione di rimanere qui a El Nido per troppo tempo, quindi nonostante il tempo, cerchiamo una banka (imbarcazione tipica filippina) che ci porti a fare uno dei vari tour sulle isole di fronte alla baia.
Girando qua e là per El Nido troviamo un pescatore che ci fa un buon prezzo per portarci tutto il giorno in giro. Saliamo sulla banka, una piroga di legno lunga e stretta con delle specie di braccia laterali che mantengono un asta di bambù per non far ribaltare la barca. In circa 30 minuti di navigazione arriviamo sulla prima isoletta e indossati maschera e boccaglio ci tuffiamo e facciamo un bel po’ di snorkeling sui coralli. Il fondale non è male, anche se ce lo aspettavamo molto più bello. Un sacco di pesci colorati e enormi conchiglie e poi vedo Paolo che nuota velocemente verso di me..penso che o ha visto uno squalo o mi vuole fare uno scherzo. Mi si avvicina e emergendo dall’acqua mi dice che ha visto un serpente d’acqua, lungo e verde! Ahia..quelli si che fanno male..nuotiamo appassionatamente tra le acque cristalline quando veniamo tutti presi da improvvisi pruriti, dopo poco ci rendiamo conto che stiamo nuotando in una zuppa di microscopiche meduse trasparenti! Ciò nonostante andiamo avanti e continuiamo la nostra nuotata esplorando i fondali. In acqua ad un certo punto sbuca il nostro comandante della “nave” che armato di fucile e con una pinna di legno legata al piede con la camera d’aria di una ruota di bicicletta si mette a fare un po’ di pesca subacquea!
Sulla spiaggia intanto il mozzo prepara il pranzo, due bei pescioni alla griglia con riso e insalata. Dopo la nuotata una bella mangiata ci voleva! Riprendiamo il nostro giro e visitiamo altre spiagge e baie, davvero stupende. Acque che vanno dall’azzurro al verde e spiagge bianchissime. Alcune isole sono disabitate mentre su altre non si puo’ attraccare perchè sono private. Per ultimo ci portano in un posto pazzesco, il pescatore ferma la barca e a nuoto dobbiamo passare attraverso una piccola insenatura. Oltre l’insenatura una laguna di acqua verde trasparente e tutt’intorno rocce altissime e nel bel mezzo dell’acqua su una palafitta un trono di legno. Pazzesco ci siamo solo noi, il mare, le rocce e il cielo. Un posto davvero magico, sperduto in mezzo all’oceano, a rotazione ci sentiamo sul trono per contemplare la natura tutta intorno e per poi tuffarci nelle acque fresche delle Filippine.

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