Da Luang Prabang a Vang Vieng

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Sono le nove del mattino e il Minivan per Vang Vieng ci viene a prendere davanti all’agenzia, siamo al completo sul bussino e siamo anche un po’ troppo stretti. In teoria il viaggio dovrebbe durare 5 ore ma invece ce ne metteremo quasi 8, sia per un’ora di ritardo alla partenza sia per la strada più che distrutta. Il Minivan procede lentamente singhiozzando ad ogni buca nell’asfalto, la strada è completamente sconessa. Dormire è pressoché impossibile ma è un bene perchè i paesaggi sono davvero mozzafiato: piccoli villaggi di palafitte di legno dove le donne mondano il riso, i bambini giocano e i bufali pascolano in compagnia dei polli; montagne verdissime; cascate, torrenti e nuvoloni carichi d’acqua sulle vette, davvero un spettacolo meraviglioso. Lungo il tragitto ci fermiamo tre volte per fare riposare un po’ la schiena e per rifocillarci. Al primo stop l’autista si ferma tra due ristoranti, in un piccolo villaggio, dove si paga per fare la pipì! Ci sono i figli della ristoratrice vicino ai bagni pronti con un sorriso a prendere i soldi per farteli usare e in un angolo c’è una scimmia legata, come se fosse il cane da guardia. Liberata la vescica mangiamo qualcosa insieme agli altri passeggeri, cucina tipica del Laos..un panino con il pollo. Mentre addentiamo il panino, che del pollo ha solo il retrogusto, ci guardiamo intorno osservando un cucciolo di cane giocare con un suo simile e ad un tratto ad entrambi ci cade l’occhio sulla ristoratrice che per controllare se le altre baguette sono scongelate le apre a metà e ci appoggia la lingua dentro, veloce come un camaleonte! Noi scoppiamo a ridere, continuando a mangiare il panino, e non sappiamo se rendere partecipi pure gli altri o se lasciar perdere dato che la cosa potrebbe schifare un po’ tutti. Decidiamo di mantenere per noi questa chicca del Laos e di non disturbare il pranzo di nessuno e mentre continuiamo a sghignazzare l’autista da un colpo di clacson perchè è ora di ripartire o meglio di sobbalzare verso Vang Vieng.

3 commenti su “Da Luang Prabang a Vang Vieng”

  1. uhmmm, che invidia quel panino! quasi quasi ci faccio un saltino anche io in quel posticino e lo propongo per il Gambero Rosso! MACCCHESSSCHIFOOOOO!!!!non è che il pollo poi era cane???vabbè, oggi mi mangerò 2 kilate di arrosticini in vostro onore!

  2. uhaahahah
    cioè al’inizio ho imaginato la tizia con la lingua sul panino..
    poi ho letto “veloce come un camaleonte”…
    non riesco a togliermi dalla mente la scena, penso sia proprio come la immagino… e mo me toccherà anna’ a vede’ di persona!!!

  3. quel gesto è retaggio di un’antica leggenda laotiana che deriva a sua volta dal Libro del SputaMutra indiano, del sud, vicino a Chennai, durante il regno di Ashok.
    Secondo la leggenda il panino con la salive benedetta si trasforma da panino, a panino schifoso.
    Aver potuto assistere a un gesto così antico é stato per voi un onore.
    Beati voi.

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