Birmania, Yangon

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Siamo sul volo della AirAsia e le hostess sono esattamente come quelle della pubblicita’, bellissime, accuratamente truccate, con i capelli profumati e fonati a dovere e con dei perfetti sorrisi bianchissimi perciò tengo d’occhio Paolo, pronta a tirargli uno sberletto se vedo che guarda troppo le divise rosso fuoco delle ragazze. In 40 minuti atterriamo in Birmania, nella citta’ di Yangon.Myanmar
Appena fuori dall’aereoporto dividiamo il taxi con una ragazza giapponese di nome Morie ed un ragazzo inglese che abbiamo conosciuto sulla slow boat in Laos e che continuiamo a rincontrare in ogni stato!
Tutti e tre scegliamo lo stesso ostello: The white house, la casa bianca.
La cittá di Yangon e’ davvero caotica auto e tanti bus e pick-up, tutti rigorosamente scassati, che fanno da autobus di linea. Su ogni mezzo c’è un uomo che si sporge dalla porta e chiama le fermate, la gente si avvicina, paga e si ammassa sui mezzi caricando di tutto. Non mancano poi le auto che sono tutte dei vecchi modelli e anche queste abbastanza malconce. Ogni mezzo ha il lato guida sulla destra ma il senso di marcia e’ come da noi in Italia. Quasi tutti i bus sono dei vecchi modelli giapponesi, infatti hanno le scritte in giapponese sulle porte o sulle fiancate. MyanmarSulle strade c’è tantissima gente chi cucina, chi vende orologi, articoli per la casa, carne, vestiti, frutta, dvd di film e cd musicali.
Yangon è una città multi etnica e multi religiosa, tanti indiani, pakistani, commercianti cinesi e tailandesi, buddisti, mussulmani e cristiani e tutti condividono pacificamente negli stessi quartieri.
Quasi tutti gli uomini indossano una camicia e sotto una specie di gonna lunga fino ai piedi. E’ fatta di un cotone pesante, sempre di colore scuro, e la fermano in vita facendo un nodo all’altezza dell’ombelico. Anche le donne portano delle gonne lunghe ma si annodano su un fianco con dei laccetti. Tutte le donne e tutti i bambini si spalmano sulla faccia una specie di pasta color avorio che serve per non abbronzarsi, questa crema poi si secca sotto il sole sgretolandosi durante la giornata. Alcune se la spalmano su tutto il viso mentre altre se la mettono solo sulle guance o sul naso e c’è chì addirittura se la mette anche sulle braccia. MyanmarGli uomini masticano costantemente delle foglie arrotolate e ripiene con della specie di frutta candita e semini, come se fosse un chewingum. Dicono che abbia il sapore di marmellata ma non ce la siamo sentiti di provare. Una volta messo sotto i denti questo involtino colora tutta la bocca di marrone scuro. La maggior parte degli uomini che masticano questa foglia hanno i denti completamente distrutti e inoltre sputano di continuo in terra la saliva in eccesso durante il ruminare lasciando sul marciapiede o sull’asfalto delle macchie color sangue.
Le strade, ma soprattutto i vicoli, sono davvero sporche. Cumuli di immondizia ovunque e scarichi a cielo aperto, addiritura dal nostro ostello si vede un vicolo che e’ interamente ricoperto da uno strato di sacchetti dell’immondizia, anche i balconi del palazzo a fianco sono ricoperti di immondizia perché la gente la butta fuori dalla finestra e cade un po’ ovunque in piu’ gli scarichi rotti e i canali del palazzo a 4 piani riversano le acque direttamente sul muro che e’ completamente verde dalla muffa. Dico a Paolo che mi sembra di essere a Calcutta in India e lui mi dice che quello che vedo è solo al 10% India..
Ma non so perché ma nonostante il caos e la sporcizia Yangon ha qualcosa di speciale. La gente e’ davvero simpatica e sorridente e molti ci fermano solo per fare due chiacchiere o per vedere i tatuaggi di Paolo, senza nessun secondo fine. Qui i turisti sono davvero pochi e la gente del posto ha voglia di sapere da dove veniamo e che cosa facciamo e si preoccupano di sapere se ci sta piacendo la loro terra e non mancano poi dozzine di té offerti durante le chiacchiere.
A piedi facciamo un bel giro per la cittá fino ad arrivare allo Shwedagon Pagoda, un enorme tempio Buddista. Entriamo a visitare il tempio e all’ingresso ci sembra un po’ strano vedere lungo la gradinata i negozi di souvenirs perchè sono davvero tanti e danno l’impressione di essere in un centro commerciale e poi in cima alle scale scorgiamo delle luci colorate ad internittenza..forse siamo arrivati al Casino’!? Invece no, sotto le luci di Las Vegas si nasconde un Buddha con le gambe incrociate e subito dopo l’ingresso alla Pagoda.
La Shwedagon Pagoda è davvero meravigliosa, davanti a noi una Stupa dorata di 98 metri all’interno della quale sono contenute le reliquie dei quattro Buddha. Lo Stupa è una specie di cono rovesciato ed è interamente ricoperta da fogli d’oro che riflettono i raggi de sole rendendola luminosissima. Intorno alla pagoda moltissimi altri templi e tantissimi Buddha in posizioni ed espressioni diverse. A piedi nudi camminiamo all’interno del tempio circondati da monaci e gente in preghiera e nel silenzio più assoluto risuonano sotto il vento le campanelle sparse qua e là ad ogni angolo mentre nell’aria c’è solo il profumo dell’incenso.
Dopo aver passato un paio d’ore nel tempio ceniamo ad un baracchino di cucina indiana e torniamo alla “casa bianca” per farci un bel sonno profondo.

5 commenti su “Birmania, Yangon”

  1. il White House? Con il “Super greatest breakfast huge big in the world” con tanto di guacamole?
    Eh eh…tutti li finite voi backpackers.

  2. Proprio quella White House, “The best breakfast in the world”! Abbiamo passato lì una notte poi dopo il giro Paolo ha trovato a Yangon una guesthouse alla tripmaitrop 😉
    Valeria

  3. aaaaaaaah
    non avete provato quello che penso sia il Paan
    quella schifezza che ti colora i denti di sangue! buahahah!
    🙂
    Paolo le foto spesso sono davvero buone..
    se solo ce perdessi qualche minuto co porcosciop potrebbero rendere moooolto di più!!!

    ciao belliiiiii

  4. Ciao, come va? C’è un po’ di casino in terra Thai… state attenti!

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