Bagan

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Prendiamo il bus per Bagan, è un po’ vecchiotto ma tutto sommato è abbastanza in ordine salvo per qualche ammaccatura e il minimo un po’ troppo basso, infatti ogni volta che il bus si ferma il motore si spegne!
Ci fermiamo a fare benzina e mi cade l’occhio sugli estintori del distributore, in caso di incendio vicino alle pompe ci sono numerosi secchielli di sabbia da buttare sopra il fuoco per spegnerlo. Riempito il serbatoio ci mettiamo in marcia e lungo la strada attraversiamo un villaggio dove sta passando una specie di sfilata di carri. MyanmarMolte persone sono vestite in costume con vestiti preziosi e dai colori vivaci e anche i carri sono addobbati a dovere. C’è chi balla e chi canta ad un microfono e non mancano i militari e i fotografi del governo. Ci lascia un po’ perplessi vedere che nessuna, ma proprio nessuna, delle persone che partecipano alla sfilata sta sorridendo, uno strano contrasto che però ci fa molto riflettere.
La strada per Bagan è lunga, più che altro le strade non sono buone quindi ci vuole davvero parecchio tempo. Sull’autobus noi tre siamo gli unici turisti e siamo anche gli unici che non vomitiamo perchè tutti gli altri passeggeri risentono dell’autobus sentendosi male.Myanmar foodAppena saliti sull’autobus hanno dato a tutti una bottiglietta d’acqua, uno spazzolino con dentifricio da viaggio e un sacchetto di plastica, pensavamo che quest’ultimo servisse per la spazzatura ed invece..
Dopo ore ore di bus arriviamo a Bagan e con Mourie scegliamo un ostelllo. E’ mattina presto, inizia ad albeggiare così facciamo colazione e decidiamo di andare a fare un riposino prima di visitare la città. Paghiamo l’ostello e paghiamo la tassa di ingresso nella città vecchia.
Ci svegliamo dopo poche ore e con Mourie noleggiamo tre biciclette rosa per andare a visitare alcuni dei templi più importanti di Bagan. Qui a Bagan c’è una concentrazione spaventosa di templi.. una foresta di templi a perdita d’occhio! In sella alle bicicletta seguiamo Mourie che ci fa da cicerone leggendo dalla sua guida nipponica.
Maha Bodi Pagoda, Ananda Temple, Mimalaung Kyaung e molti molti altri. Alcuni templi sono delle rovine mentre altri sono ben conservati. La città vecchia vista dall’alto di un templio è davvero emozionante perchè tra glia alberi e la vegetazione si vedono centinaia e centinai di Pagode, alcune dorate e altre di pietra e sembrano tante piramidi che emergono dalla terra.
Vicino ai templi ci sono le donne che vendono i souvenirs mentre altri si propongono da guide. Molti parlano qualche parola d’italiano e entrando in un templio ci si è avvicinata una ragazza che con un forte accento dell’est europa ci diceva: “molto belo” oppure salendo le scale “piano piano” e anche “ochio a la testa!”
Passiamo tutto il pomeriggio salendo e scendendo dalla bicicletta, sfrecciando tra le strade sterrate e arrampicandoci sulle gradinate ripidissime dei templi, fino a gustarci un indimenticabile tramonto dall’alto di una Pagoda.
Il sole si è nascosto dietro le montagne e sta incominciando a fare buio così recuperiamo i nostri destrieri rosa e torniamo verso la città per cercare un posto dove mangiare perchè dopo tutto questo pedalare ci è venuta una gran fame.
Ceniamo con del riso, patate e ceci per poi affondare i denti in un dolcissimo pancake al cocco.

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